Rivaroli (Cna): staremo attenti perché questi fondi siano veramente un’opportunità di rilancio per il nostro territorio
(Anna Anselmi)
Una ripresa attesa e arrivata, “senza però il colpo d’ali che ci aspettavamo”, premette Giovanni Rivaroli, presidente provinciale di Cna, pur rilevando il dato positivo di una crescita attestata attorno al 3,8%. «Già un anno fa sostenevamo però che i fondi del Pnrr avrebbero dovuto essere investiti subito per la sburocratizzazione, per la riduzione del costo del lavoro e del carico fiscale », evidenzia Rivaroli. «Altrimenti il sistema sarebbe rimasto fragile e messo in pericolo da una qualsiasi ulteriore crisi. Lo scoppio della guerra in Ucraina, con le conseguenze che abbiamo visto, lo ha dimostrato. Il caro energia, che si è sommato alla difficoltà di reperimento delle materie prime e si è poi trasformato in caro carburante, unito all’incaglio della cessione dei crediti per quanto riguarda il bonus 110%, hanno frenato quanto di positivo era stato messo in campo per assorbire i colpi della crisi. Si è determinato così un 2022 tra luci e ombre».
Tra i settori nei quali si è registrato un recupero, Rivaroli segnala «nella seconda parte dell’anno i servizi erogati nell’ambito del turismo, perché l’inverno mite ha contribuito ad allungare la stagione». All’opposto, «contraccolpi violenti si sono verificati per tutte le imprese dalla produzione fortemente legata al consumo di energia elettrica. Questo vale -precisa Rivaroli – per aziende medio-grandi, tra cui produttori e fornitori del settore della ceramica che paradossalmente hanno dovuto smettere di lavorare pur avendo grosse quantità di ordinativi, o più in piccolo, per i panificatori o le pompe di benzina, cioè quelle attività la cui bolletta determina parte del loro saldo finanziario».
Sul tema della cessione dei crediti, «la situazione si è sbloccata negli ultimi mesi dell’anno e il bonus, lievemente modificato, rimarrà nel 2023. É una notizia molto positiva perché l’edilizia è uno dei settori tradizionalmente più importanti del nostro Paese per cui è giusto che sia un ambito tutelato da un certo punto di vista perché è garanzia e fonte di lavoro».
Per il 2023 il Centro studi di Cna ha elaborato alcune statistiche: « La crescita del Paese è attestata allo 0,3%: in sostanza non cresceremo. Dovrà anche essere contenuta l’inflazione, attualmente sopra il 10%».
A impensierire è pure un’ulteriore considerazione. «Secondo i nostri dati, il 61% degli imprenditori intervistati non è in grado di effettuare una previsione sul 2023. Dal punto di vista simbolico è un fatto importante, perché chiunque abbia un’impresa cerca di stilare piani che siano il più a lunga scadenza possibile. La cosa ancora più preoccupante è che il 40% delle imprese cercherà di ridurre gli investimenti. Che sia per volontà, per mancanza di possibilità o per paura a causa di uno scenario in continuo mutamento, il mancato
investimento determina che tutto il sistema Paese rallenti».
Intanto, per quanto riguarda il Pnrr, la Cna segnala il profilarsi di notizie positive, nonostante qualche criticità. « L’Emilia-Romagna avrà dal Pnrr 5,65 miliardi di euro, di cui 270 miliardi per progetti nel Piacentino. La nostra volontà è rendere questi appalti il più accessibili possibile per le micro e le piccole- medie imprese. Staremo attenti affinché si producano meccanismi e azioni per consentire a queste realtà di beneficiare di fondi, che devono essere veramente l’opportunità di rilancio per il nostro territorio. Mi riferisco soprattutto allo spacchettamento in lotti e all’allargamento delle maglie di soglia di entrata sulla base delle dimensioni imprenditoriali. Il 40% dei fondi è in carico alle amministrazioni comunali a livello di progetto, quindi ci sarà una forte interlocuzione affinché le erogazioni siano disponibili anche per le Pmi».
Continuano le sofferenze dell’autotrasporto: «Sono perdurate, specie per il trasporto persone, le restrizioni per la pandemia e, una volta allentate, il caro energia e il caro carburante hanno dato un colpo incredibile. Questo si riverbera su tutta la filiera, fino all’ultimo chilometro. Se il costo del carburante sale in maniera vertiginosa, chi trasporta deve aumentare i prezzi che vengono poi scaricati sul cliente finale. È inevitabile e ci si dovrà porre rimedio».
Continuano le sofferenze per il settore del trasporto, soprattutto quello di persone.
Giovanni Rivaroli, presidente Cna