Il motore dell’economia piacentina, fatto di imprese, di artigiani, di commercianti, sta aspettando segnali, il via libera e soprattutto aiuti per ricominciare a lavorare e produrre. Nonostante non fossero fisicamente presenti all’incontro con il presidente del consiglio Giuseppe Conte, le varie associazioni di categoria hanno avuto modo di valutare le sue affermazioni, il suo interesse per la realtà piacentina e il sul tessuto produttivo e sociale, e soprattutto per il grande bisogno di coniugare il rilancio economico con un graduale ritorno alla normalità.

“E’ stata una visita gradita e attesa da tempo – ha spiegato Alberto Rota, presidente di Confindustria Piacenza -. Anche nelle altre province che ha visitato gli hanno chiesto soldi e interventi, e li ha promessi a tutti: ora speriamo sia di parola”. Rota si è detto comunque fiducioso, anche grazie alla presenza di un ministro piacentino, Paola De Micheli: “Avranno certamente un occhio di riguardo per Piacenza – conclude -. Ora aspettiamo la prossima visita per capire in cosa consiste questo piano di rilancio”.

Il desiderio che le parole si tramutino in fatti concreti è anche l’opinione di Cristian Camisa, presidente di Confapi Industria. “Piacenza merita una risposta emergenziale – ha spiegato – come nel caso di calamità naturali. Dalla tassazione agevolata ad aiuti diretti e indiretti, c’è bisogno che le promesse si traducano i realtà”.

“La nostra reazione è cautamente positiva alle parole di Conte – dice Giovanni Rivaroli, presidente di Cna Piacenza – perché ci ha dato l’impressione di aver percepito che Piacenza ha bisogno di misure speciali, nonostante la necessità di un riallineamento con le altre province. Ora – conclude -aspettiamo la certezza di provvedimenti e soprattutto di cifre che saranno messe a disposizione del territorio”.

Un filo di amarezza invece in Raffaele Chiappa. Presidente di Unione Commercianti, che ha sottolineato l’assenza di riferimenti specifici per il mondo del commercio. “E’ bere ricordare che nel Piacentino c’è un tessuto commerciale a terra, che non riesce più a pagare le spese e che fatica anche a mangiare, ormai – ha spiegato Chiappa – e quindi è bene che parte delle risorte che verranno destinate a opere pubbliche e infrastrutture vengano dirottate sui piccoli esercizi commerciali”.

Libertà del 29/04/2020