Comunali, confronto tra i sette candidati sindaco alla Cna. Il direttore Gambazza: «La nuova amministrazione dovrà confrontarsi con le imprese». Tutti d’accordo sullo snellimento della burocrazia. «Ascolteremo i vostri problemi»

 

Si è tenuto l’incontro promosso da CNA tra i sette candidati sindaco per le prossime comunali in città presso la sede provinciale dell’Associazione di categoria in via Coppalati. Il direttore di Cna, Enrica Gambazza, prima di lasciare la parola ai candidati ha dichiarato: «La nuova amministrazione dovrà essere capace di fare da trait d’union tra politica e imprese per aiutarle a risolvere i problemi di tutti i giorni confrontandosi con esse». Ogni candidato ha fornito la propria ricetta per quanto riguarda lo sviluppo economico e la tutela della piccola e della media impresa. «Voi siete quelli che mandano a vanti questo Paese e che producete il reddito che rimane sul campo» hanno concordato tutti i candidati. Gambazza ha sottolineato fin da subito che i due problemi più sentiti dalla categoria sono la burocrazia mastodontica che schiaccia tutti e la concorrenza degli abusivi che obbliga molti a chiudere. E anche qui i sette pretendenti a palazzo Mercanti si sono trovati tutti d’accordo sul campo comune delle ovvietà: meno burocrazia, meno abusivi e soprattutto tanto ascolto nei confronti della categoria per arrivare a scelte il più possibile partecipate e condivise. Poi, al netto delle frasi da campagna elettorale, qualcuno ha cercato di distinguersi. Massimo Polledri, candidato della Lega Nord, insieme ad Andrea Paparo ha sottolineato che «i prossimi saranno gli anni più difficili della nostra vita», in chiara antitesi con lo slogan elettorale di Paolo Dosi. «Saremo più poveri – ha detto Polledri – e sarà necessario puntare sull’accesso al credito: trovare il modo di garantire le persone serie per ottenere un minimo. Non faremo palazzo uffici, e con quei soldi garantiremo il credito. Soprattutto daremo la precedenza agli imprenditori piacentini e alle ditte piacentine senza cadere nel protezionismo». Insomma taglio dei costi e razionalizzazione delle risorse. «Mezzo milione di euro per due merendine multietniche in via Roma non ha senso. Poi cercheremo un assessore che si intenda di marciapiedi e che sia a conoscenza del fatto che gli oleandri d’inverno gelano e muoiono». Ogni riferimento a Brambati non era casuale.

Mirta Quagliaroli, candidata per il movimento 5 Stelle, è rimasta un po’ più sul vago. «Pensiamo a un modo nuovo di amministrare coinvolgendo voi della piccola e media impresa. Vorrei essere in costante contatto con le realtà del territorio e decidere le cose insieme. Massima disponibilità da parte dell’amministrazione all’ascolto. Punteremo sulla partecipazione: abbiamo bisogno di voi».

Andrea Paparo, presa la parola, ha giustamente puntato sulla sua esperienza come assessore provinciale nell’ambito del commercio e dell’economia: «Come assessore ho conosciuto le piccole e medie imprese, e sicuramente la vostra, rispetto ad altre, è l’associazione con maggiore dinamismo. Penso a un organismo, un’associazione, che sia per l’amministrazione comunale un riferimento e un tramite per gli imprenditori. La burocrazia? Per snellire si inizia con il mettere on line tutto ciò che serve, e poi serve una tassazione modulata in maniera differente per imprese. La logistica a Piacenza, purtroppo, non è stata governata con qualità, e provvederemo anche a questo».

Anche Paolo Dosi ha parlato di un accesso più semplice ai documenti. Ma ha parlato anche di energia e di abitazioni: «Tema centrale della prossima amministrazione sarà l’innovazione per il risparmio delle risorse e l’efficentamento energetico. Le nostre abitazioni appartengono a classi energetiche E e F e dovranno passare a parametri migliori. Questo genererà lavoro per voi. Dovrà esserci confronto più attento con tutti, soprattutto la nuova amministrazione dovrà fare subito la predisposizione del nuovo bilancio alla luce dell’Imu. Per quanto riguarda la burocrazia, l’amministrazione uscente ha fatto passi avanti rispetto al passato. Purtroppo però spesso dipende da livelli superiori a quello comunale».

Pierpaolo Gallini ha mandato in sua rappresentanza Lorenzo de’ Luca di Pietralata. «Punteremo sul dialogo con tutti. La casa del Comune deve essere di vetro, accessibile a tutti. Il tempo che l’artigiano passa negli uffici comunali, per colpa della burocrazia, non lo può spendere per il lavoro. Anche noi siamo contrari a spendere molti soldi in un palazzo uffici. L’abusivismo? Va combattuto dal Comune, anche attraverso la polizia municipale, senza pietismo».

Pietro Tansini ha parlato ovviamente di pensionati. «Ci sono pensionati anche tra gli artigiani. E qualcuno si dovrebbe occupare anche di loro. L’euro ha raddoppiato i prezzi mentre il potere di acquisto è rimasto lo stesso. E’ qui che noi vogliamo battagliare. Infatti se uno ha pochi soldi in tasca, non va a spendere nemmeno dagli artigiani».

Piero Solenghi ha richiamato il suo status di imprenditore per essere più vicino alla platea. E ha sottolineato: «La vostra categoria crea reddito e lo lascia sul territorio. La burocrazia è troppo pesante, il Comune può sveltire le pratiche burocratiche. Ma non c’è solo il Comune. L’abusivismo invece è la prima causa del calo di lavoro. La concorrenza sleale uccide. Poi servirà puntare sulla ristrutturazione degli edifici per far lavorare meglio le ditte locali».

Il Piacenza 19/04/2012