IL PROGETTO MESSO A PUNTO A LIVELLO REGIONALE DAL SETTORE COSTRUZIONI

Abbattere edifici dispersivi e realizzare una nuova qualità dell’abitare per ridisegnare e ricostruire in modo sostenibile e in un’ottica ambientalmente compatibile parte del patrimonio edilizio della regione: questo l’obiettivo del progetto messo a punto da Cna Emilia-Romagna, che è partita da alcuni dati: “E’ noto – spiega Cna – che il 40% delle emissioni di CO2 proviene dall’edilizia, con una dispersività maggiore per gli immobili costruiti nel secondo dopoguerra”. Da qui si può partire per un cambiamento di rotta concreto. “La fattibilità del nostro progetto – precisa Roberto Franchini, presidente regionale di Cna Costruzioni – può essere immediata, utilizzando gli attuali strumenti urbanistici e la normativa vigente sul partenariato fra enti locali e privati. Gli imprenditori edili possono concordare con i Comuni il ridisegno del comparto urbanistico da recuperare, i modi e le compatibilità dell’operazione, valutando l’utilizzo di opportunità di perequazione e le quote di aumenti volumetrici necessari a rendere economicamente fattibile l’operazione”. La Cna ritiene che, anziché prevedere il consumo di nuovo territorio, si debba rigenerare il patrimonio edilizio invecchiato, sia residenziale che produttivo che alberghiero. Per questo, insieme a Unipol (che predisporrà appositi strumenti finanziari e assicurativi), Tecnicoop soc. cooperativa di Bologna e Studio TI soc. cooperativa di Rimini (che hanno definito i modelli di intervento per le diverse tipologie edilizie), Cna ha predisposto un progetto attraverso il quale realizzare la riqualificazione urbana e l’impiantistica edilizia, mediante il riuso, il recupero e la ristrutturazione del patrimonio immobiliare esistente. In pratica, la Cna intende utilizzare “mix ottimali di materiali e tecnologie innovative e l’utilizzo di fonti rinnovabili per sostituire gli attuali fabbricati con altri a energia quasi zero che ottemperino alle Direttive europee 2010/31 e 2009/125, a costi accettabili dal mercato di riferimento, garantendo adeguate remunerazioni all’intera filiera di operatori economici”. Cosa succederà agli occupanti degli alloggi interessati? “Abbiamo ipotizzato – dice il presidente regionale di Cna, Paolo Govoni – l’uso di alloggi invenduti di valore assimilabile, sia per la funzione di appartamenti parcheggio, sia con permute proprietarie, consentendo a famiglie a basso reddito di collocarsi in alloggi più funzionali e più efficaci dal punto di vista gestionale. I Comuni potrebbero così ridisegnare interi quartieri con adeguati standard di servizi e verde e nei quali il ridisegno dovrà privilegiare immobili a basso consumo energetico”.

Libertà 02/02/2012