Le pensioni italiane hanno subito un grave impoverimento negli ultimi 15 anni, con una significativa perdita del potere d’acquisto al netto della tassazione. Questo allarmante quadro emerge dal rapporto congiunto del Cer (Centro Europa Ricerche) e del Cupla (Comitato unitario dei pensionati del lavoro autonomo), di cui fanno parte con CNA Pensionati altre sette associazioni nazionali dei pensionati.
Perdita costante
I tre nodi cruciali che affliggono il sistema pensionistico: la costante perdita del potere d’acquisto, gli effetti deleteri del drenaggio fiscale e le persistenti disparità fiscali. I dati sono chiari e preoccupanti: dal 2009 al 2025 una pensione lorda di 1.200 euro ha perso circa 70 euro al mese di potere d’acquisto, equivalente a un ammanco di quasi 900 euro l’anno. Questa erosione è imputabile principalmente all’interazione perversa tra inflazione e prelievo fiscale sui redditi, che ha vanificato persino gli effetti di due riforme fiscali intervenute nel periodo. La situazione è maggiormente grave per le pensioni più basse e quelle medio-alte, che subiscono un adeguamento all’inflazione solo parziale.
Indicizzazione inadeguata
L’analisi del Cer rivela che l’attuale meccanismo di indicizzazione è strutturalmente inadatto a proteggere il potere d’acquisto dei pensionati, comprese le pensioni minime che, pur beneficiando di un’indicizzazione completa, rimangono penalizzate. La principale criticità risiede nella sottovalutazione dell’incremento del costo del “paniere di spesa medio” delle famiglie. Negli ultimi vent’anni, infatti, l’aumento dei prezzi ha colpito in modo sproporzionato i beni e servizi essenziali per i pensionati: alimentari, prodotti energetici e spese sanitarie.
Le nostre contro-proposte
Di fronte a questa emergenza, il Cupla propone prima di tutto di adottare l’indice Ipca (Indice armonizzato dei prezzi al consumo), un parametro basato sull’effettiva spesa delle famiglie, che garantirebbe una rivalutazione più aderente alla realtà e una tutela più efficace dall’inflazione.
Inoltre, tra le ipotesi discusse e caldeggiate dallo studio Cer-Cupla, spicca l’introduzione di un bonus Irpef per i pensionati. Si tratta di un importo pari a 960 euro annui, da erogare in dodici mensilità, destinato a tutti i pensionati con un reddito imponibile da pensione compreso tra 7.800 e 15mila euro. Questa misura mirerebbe a sostenere circa 3,6 milioni di pensionati, prevalentemente con redditi medio-bassi.


