Con la sentenza n. 9693 del 27 febbraio 2014, la Corte di Cassazione ha ribadito il fatto che è sempre penalmente responsabile il datore di lavoro per il mancato adempimento obbligatorio alla formazione ed informazione sui luoghi di lavoro che non può essere delegato agli stessi lavoratori attraverso la lettura del Piano operativo di sicurezza.

La Corte di Cassazione, con la pronunzia del 27 febbraio 2014, n. 9693, torna ad occuparsi di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, materia disciplinata e racchiusa nel c.d. “Testo unico” di cui al d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81. In particolare, i giudici di legittimità confermano alcuni importanti principi.

Anzitutto, quello secondo cui sul datore di lavoro grava l’obbligo di formare ed informare i lavoratori, assicurandosi che le istruzioni vengano non solo “astrattamente” fornite, ma soprattutto “effettiva-mente” comprese e “concretamente” rispettate.

Quindi, che non è possibile, nemmeno per interposta persona, “scari-care” sui lavoratori il compito di formarsi e informarsi, gravando infatti unicamente in capo al datore di lavoro la responsabilità – di natura pseudo oggettiva – di cui all’art. 2087 c.c., rubricato “Tute-la delle condizioni di lavoro”, a mente del quale «L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro».

17/03/2014