Prima ancora dell’emergenza sanitaria, l’andamento occupazionale nel mondo dell’artigianato e delle piccole e medie imprese iniziava già a dare segni di cedimento. A febbraio, infatti, l’incremento tendenziale dell’occupazione tra i “piccoli” si è fermato all’1,5%, il più basso registrato negli ultimi cinque anni e addirittura dimezzato rispetto allo stesso mese del 2019. «Sono dati rilevati dall’Osservatorio mercato del lavoro Cna e dal Centro studi della nostra Confederazione – puntualizza il direttore di Cna Piacenza, Enrica Gambazza – basandosi su un campione di quasi ventimila imprese associate con circa 140mila dipendenti. Le assunzioni sono cresciute tendenzialmente del 4,1% in un anno, ma nello stesso periodo le cessazioni hanno fatto registrare un’impennata del 13,6%. L’analisi dei dati evidenzia la continua riduzione della quota del lavoro a tempo indeterminato (calato al 57,1%, il 30% in meno rispetto a dicembre 2014), i contratti a tempo determinato sono saliti al 28%, l’apprendistato all’11,7% e il lavoro intermittente al 3,2%». «Purtroppo – aggiunge il presidente provinciale di Cna, Giovanni Rivaroli – questo quadro già preoccupante subirà un ulteriore e drastico peggioramento nelle prossime settimane, quando avremo a disposizione i dati di marzo, su cui andranno ad incidere gli effetti dell’emergenza sanitaria. Servono misure espansive ancora più incisive di quelle adottate finora dal Governo, non solo ammortizzatori sociali ma anche incentivi e sgravi fiscali a favore delle imprese per favorirne il rilancio ed il mantenimento dei livelli occupazionali. E’ a rischio l’intera economia del nostro Paese».
Libertà 09/04/2020