Commossa cerimonia in via Bixio per ricordare il taxista Tagliaferri ucciso nel 2001. «Un mestiere pieno di rischi»

davide taxiIl cavalcavia “Davide Tagliaferri” che da via Bixio oltrepassa i binari, racconta la vita e la morte di un uomo solare e generoso ucciso a trent’anni. Racconta la sua fiducia nell’avvenire, sposo da due mesi con Ilde, e la sua passione per il lavoro di taxista disposto a spingersi per dovere in zone isolate in una spietata notte d’agosto. Tratto in inganno da un conoscente, Davide sarà freddato con un colpo di pistola alla nuca in via dei Bazachi, a Borgotrebbia, non lontano da un cavalcavia, nell’estate 2001. Il ragusano che lo ha ucciso per rapinargli duecento mila lire, Giambattista Grancagnolo, è in carcere e sconta trent’anni.

Piacenza non ha dimenticato la tragedia e ieri il sindaco Paolo Dosi, in onore di un uomo caduto mentre serviva la comunità, forte di un carattere intessuto «di fedeltà e compattezza», descritto come profondamente buono e sempre sorridente, ha scoperto la targa commemorativa che apre e chiude da entrambi i lati il cavalcavia-nord della città. Il Comune celebra così Davide “tassista assassinato durante lo svolgimento del suo lavoro”. E questo luogo prosaico, incuneato fra viadotti e passanti, diventa immediatamente sacro come spiega monsignor Anselmo Galvani nel benedirlo: «Da qui Davide proteggerà gli automobilisti che passano e i suoi colleghi».

C’è molta commozione per un’intitolazione strenuamente voluta dai taxisti piacentini che hanno schierato le loro auto nel piazzale come per un picchetto d’onore e sono arrivati in tanti alla cerimonia, anche da Parma, Lodi, Milano, Reggio Emilia, Modena e Bergamo, deponendo infine un cesto di girasoli ai piedi della targa. Danilo Zermani, presidente del RadioTaxi, ricorda l’amico e parla con l’orgoglio di un mestiere che qualcuno definisce privilegiato, in mano a una «casta» e che invece ha inflitto in questi anni accoltellamenti e rapine a chi lo esercita. Il taxista altro non è che un «artigiano al servizio della collettività». Si ascoltano ringraziamenti per l’Ammistrazione, sempre al fianco dei taxisti, per Dario Costantini, presidente Cna, con lui c’è il direttore Enrica Gambazza e il direttore della Libera Artigiani, Alberto Bottazzi. Fra le autorità, il parlamentare Massimo Polledri (Lega), l’assessore alla Cultura Tiziana Albasi, il sindaco Danilo Dovati, di Caminata (da cui viene la famiglia Tagliaferri). La tragedia fu un momento «molto basso» ricorda Zermani, che oggi l’intitolazione un poco lenisce ed è monito per la sicurezza in nome della quale sono state fatte tante innovazioni tecnologiche negli ultimi anni sui taxi. E sembra confortata anche la signora Anna Zanoni, madre del taxista che rilevò la licenza e l’auto di Davide, anche lei sempre un poco in apprensione per le notti al lavoro del figlio.

Libertà 07/10/2012