E’ una scelta coerente e sostanzialmente in linea con quella decisa dal’Associazione a livello nazionale, quella fatta dalla CNA piacentina in tema di Green-Pass nei luoghi di lavoro. Scelta dettata non solo dalla “necessità di adottare misure e provvedimenti principalmente a tutela della salute”, ma anche dalla “volontà di non tarpare le ali alla ripresa economica che, già da qualche mese, sta caratterizzando un po’ tutto il sistema produttivo nazionale”.

“In questa fase è doveroso compiere ogni sforzo per scongiurare nuove misure restrittive che avrebbero devastanti effetti sull’economia del nostro Paese – commentano il Presidente provinciale di CNA, Giovanni Rivaroli, e il Direttore Enrica Gambazza – ed è per questo che, come Associazione, siamo favorevoli all’estensione del Green-Pass nei luoghi di lavoro. Ovviamente riteniamo che la norma per l’estensione del Green-Pass dovrà essere chiara e coerente in termini di obblighi e sanzioni, così come dovrà essere chiaro e inequivocabile che non dovranno essere previsti oneri e costi impropri a carico dei contribuenti e soprattutto delle imprese, già da tempo impegnate nell’implementazione dei protocolli per la sicurezza sui luoghi di lavoro e per l’acquisto di presidi di protezione individuale”.

Secondo CNA Piacenza i lavoratori sprovvisti di Green Pass “non dovranno comunque essere discriminati”. Dovranno avere la possibilità di “continuare la propria attività lavorativa attraverso un monitoraggio effettuato tramite l’utilizzo di tamponi il cui costo, calmierato, dovrà essere a carico dei lavoratori stessi che decideranno di non vaccinarsi”. Per CNA, inoltre, l’estensione del Green-Pass dovrà anche “superare una serie di contraddizioni che si evidenziano in alcuni servizi, come la differenza tra trasporti a lunga percorrenza e trasporto pubblico locale, uscendo dalla sterile e inutile distinzione tra beni e servizi essenziali e quelli superflui”.

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