Sono 230 le domande di contributo accolte dalla Regione Emilia-Romagna, 217 riguardano l’attività manifatturiera

Transizione digitale delle imprese artigiane, a Piacenza 227mila euro di contributi a 7 progetti per un investimento previsto di 623.005 euro. È l’esito sul nostro territorio del “Bando per la transizione digitale delle imprese artigiane”, provvedimento attuato dalla Regione che per la prima volta ha sostenuto la trasformazione digitale delle imprese artigiane, in Emilia-Romagna superiori alle 125 mila unità.

«Investimenti per 27 milioni di euro, innescati da 8 milioni di contributi a fondo perduto della Regione, con 125 nuovi posti di lavoro» sottolinea la nota di via Aldo Moro. «Questo attraverso 230 progetti di trasformazione e crescita digitale delle imprese artigiane emiliano-romagnole, piccole e medie, che andranno anche ad aumentarne la competitività assieme alla filiera manifatturiera in cui sono inserite. Tra le domande la quasi totalità, oltre 200, provengono da imprese artigiane che fanno riferimento al sistema Cna e Confartigianato dell’Emilia-Romagna».

«Progetti innovativi – prosegue – finalizzati a introdurre le più moderne tecnologie digitali necessarie per accrescere l’efficienza dei processi produttivi e aziendali interni, anche nell’ottica della riduzione degli impatti ambientali delle produzioni, e a rafforzare il loro posizionamento all’interno della catena del valore delle filiere di appartenenza. Molte delle iniziative finanziate prevedono la combinazione di più tecnologie, realizzando così una vera e propria integrazione dei processi produttivi. I progetti finanziati per assicurare un effettivo impatto, prevedono il coinvolgimento dei soggetti accreditati al network nazionale impresa 4.0 e in particolare i Punti impresa digitale (Pid), i Digital innovation hub (Dih) e i Competence center, attribuendo loro un concreto ruolo nel supporto delle imprese già durante la fase di preparazione della candidatura, per garantire la piena coerenza della proposta con gli obiettivi del bando».

«La misura, finanziata anche con risorse europee del Por Fesr, è stata possibile grazie alle novità normative introdotte a fine dicembre 2020 nella legge regionale che disciplina il settore (la numero 1 del 2010, “Norme per la tutela, la promozione, lo sviluppo e la valorizzazione dell’artigianato”) inserendo la possibilità della Regione di intervenire per favorire processi di digitalizzazione e riorganizzazione dei processi produttivi aziendali, nonché sostenere la produzione innovativa quale modalità di lavoro che nasce dalla fusione tra cultura digitale e produzione manifatturiera».

Gli esiti in sintesi – Sono finanziati 230 progetti sui 248 presentati complessivamente. Quattro investimenti su 10 riguardano l’integrazione digitale orizzontale e verticale dei sistemi produttivi. Tra gli altri investimenti quelli su: internet delle cose (Iot) 12%, cloud computing 11%, robotica 9%, big data & analitycs, manifattura additiva e stampanti 3D, cybersecurity e realtà aumentata. Dal punto di vista settoriale, 217 progetti su 230 riguardano l’attività manifatturiera. Tra questi: 70 progetti sono nel settore della fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature), 22 stampa e riproduzione di supporti registrati, 22 industrie alimentari e 17 fabbricazione di macchinari ed apparecchiature.

Il Piacenza