Artigiani in picchiata, in un anno la crisi abbatte 118 imprese. Rispetto al mese di settembre 2015 infatti il nostro territorio ha perso in 365 giorni ben 118 realtà artigianali pari all’1,4 per cento in linea con la media regionale dell’1,5 per cento. I dati arrivano dalla Camera di Commercio che evidenzia come a soffrire di più siano le imprese edili il cui numero è calato di 102 soggetti; costante risulta anche il decremento a carico delle aziende inserite nel settore di trasporti e del magazzinaggio che conta 22 realtà in meno, mentre hanno registrato un aumento consistente le aziende del settore dei servizi alle imprese con 18 imprese in più e delle altre attività dei servizi con 21 aziende. Ma alla fine da stare sereni sembra esserci ben poco: la conferma arriva dal presidente di Cna Dario Costantini. «Si tratta di un dato negativo che non stupisce – ha dichiarato – la vita quotidiana delle imprese è fatta di sofferenze sui pagamenti che per quelle realtà meno strutturate e con una storia giovane coincidono con delle difficoltà serie. Non abbiamo settori “salvi” sotto questo punto di vista: le realtà artigiane che vengono pagate senza problemi ormai si contano sulle dita di una mano. Eppure abbiamo artigiani bravi e preparati. Ma purtroppo spesso si trovano a finire il lavoro e a non essere pagati, oltre che a fare i conti con il Total Tax Rate ossia la tassazione totale calcolata sul reddito di impresa che a Piacenza è del 61,1 per cento: questo significa che i nostri artigiani lavorano fino all’11 agosto per pagare le tasse e solo dopo per se stessi e la famiglia. È evidente che una pressione fiscale di questo tipo non giovi alla sopravvivenza delle imprese». E in effetti, sempre dai dati della Camera di Commercio, emerge come nel corso dei primi 9 mesi del 2016 le iscrizioni siano state 387 ma le cessazioni 463 con un saldo demografico negativo per 76 unità: ma nonostante il settore edile stia conoscendo una riduzione del numero di imprese registrate, ancora sono 168 le iscrizioni nel settore formalizzate nel corso dell’anno, mentre 69 iscrizioni fanno riferimento al settore delle altre attività dei servizi, 55 a quello delle attività manifatturiere. L’anno scorso però le iscrizioni erano state 361 e le cessazioni 491 con un risultato complessivo più negativo. «La crisi indubbiamente ha colpito gli artigiani, ma per fortuna abbiamo anche dei comparti che evidenziano dei segnali di ripresa e sono quelli che maggiormente possono allargare all’estero il loro mercato – ha dichiarato Luigino Peggiani al vertice di Libera Artigiani – il settore edile sta soffrendo di più perché non può farlo, ma le realtà del mondo alimentare invece danno dei segnali positivi. Oggi più che mai è importante produrre e sapersi vendere: questa è la novità e le nostre aziende che sono riuscite ad allargare il loro mercato hanno avuto soddisfazione anche per quanto riguarda la garanzia dei pagamenti».

Liberta’ del 08/11/2016