Gli artigiani battono i pugni: «Vogliamo essere pagati»
Ritardi anche di centinaia di giorni mettono in ginocchio le imprese, che pur nella crisi rivelano una grande voglia di reagire e di rinnovarsi
Farcela in momenti di crisi.
Non esiste una ricetta. Oppure sì. «Lavorare diciassette ore al giorno e guai a chi molla» è la versione stacanovista di Gian Franco Galvani, amministratore delegato della Samu. In effetti l’impresa
che lui rappresenta, insieme ad altre sette realtà, si è aggiudicata il podio della 41ª assemblea della Cna nell’aula magna dell’Isii Marconi, conquistando la pergamena di chi, pur nella crisi stagnante, ha saputo tenere la posizione e anzi crescere.
Un bell’esempio per tante altre imprese artigiane che comunque cercano di costruire il rinnovamento. E tuttavia il presidente della Cna, Dario Costantini, ha rappresentato un panorama tutt’altro che risolto, ancora battuto dai colpi di coda della recessione e dove il mondo artigiano piacentino – ma vale per tutti – batte il pugno e chiede il primo, il più elementare dei sostegni: «Vogliamo essere pagati».
Sembra dovuto, non lo è in un Paese dove si oscilla tra i novanta e i seicento giorni per riconoscere i pagamenti. E c’è chi arriva a negare una casa al figlio che si sposa per pagare l’affitto del capannone in mancanza di sufficiente liquidità. E’ ora di dar corso alla legge europea che porta a un mese i pagamenti e comunque se ritardo c’è, occorre la sanzione e il riconoscimento degli
interessi.
Detto ciò, Costantini parla molto di giovani. Pensa ai giovani che tra vent’anni gestiranno forse le aree militari come la Pertite, ai giovani che non siedono a nessun tavolo anti-crisi, ma sono i più colpiti dalla disoccupazione e ai quali, infine, augura di saper «dare una spallata» a chi pervicacemente occupa ruoli per anni. Ma c’è tanto altro. C’è un territorio che vede soccombere l’edilizia sotto la paralisi delle opere pubbliche e non («nei nostri dieci principali comuni escluso il capoluogo nel 2007 furono emesse 403 concessioni edilizie, quest’anno sono 230»). Ecco le case che contano, quelle «non costruite», contro i teatrini mediatici delle case all’estero dei politici che per mesi hanno tenuto banco sui giornali, graffia Costantini. Il rischio è la disaffezione al voto, la divaricazione fra mondo produttivo e mondo politico.
Eppure l’artigianato non demorde. E la categoria che lo rappresenta preferisce dar fiato agli imprenditori vincenti che con «ottimismo e genialità» sanno crescere. La loro premiazione è il
vero momento di festa di una giornata che ha comunque riservato molte parentesi particolari.
Prima fra tutte, la presentazione di due progetti concreti e molto ben strutturati rivolti agli enti locali per migliorare l’efficienza di pesanti trafile burocratiche come quelle che presiedono al Bollino
Blu per le caldaie e al certificato di conformità per l’abitabilità.
Ne sono autrici due laureande dell’Università Cattolica: Adele Gorni Silvestrini e Federica Bianchi. I loro studi hanno suscitato l’interesse sia del sindaco Roberto Reggi, sia dell’assessore provinciale Massimiliano Dosi.
L’ultima parola è stata affidata al presidente della Cna dell’Emilia Romagna, Paolo Govoni che ha parlato anche di segnali positivi.
Occupazione, coesione sociale, federalismo fiscale, etica e onestà, ma anche «il bisogno di un rinnovamento politico» sono le parole d’ordine per Govoni alle quali aggrapparsi, evitando di essere catastrofisti, lavorando insieme.