Costantini, Cna: in 3 anni per i capannoni aumento del 38,6%. Struzzola: «Consumi crollati»

«I nostri imprenditori a Piacenza lavorano fino al 22 agosto solo per pagare le tasse. Questa è la verità, lo dicono i dati». Dario Costantini, presidente di Cna, sventola un report elaborato dalla sua associazione che non lascia scampo agli artigiani. Con loro, anche i commercianti, gli agricoltori e i piccoli

esercenti si dicono stretti dalla morsa senza respiro di una tassazione tra le più alte d’Europa.

“DAL 2011 AL 2014 TASSE AUMENTATE DEL 38%”

«Nei dati che abbiamo presentato a Roma – rimarca – vediamo come la tassazione a livello nazionale sugli immobili produttivi sia cresciuta in soli 36 mesi di 4 miliardi e 900 milioni. A Piacenza è un disastro. Su Ici, Imu e Tasi abbiamo visto una crescita del 38,6 per cento dal 2011 e 2014. Ora ci chiediamo se i nostri capannoni sul Po siano stati scambiati per alberghi di lusso ai Caraibi. Qualcuno ci deve spiegare questi dati. Le imprese e le famiglie non potranno sopportare un ulteriore aumento della tassazione degli immobili, chiediamo una volta per tutte una riduzione della tassazione. Noi in questi capannoni lavoriamo, produciamo e creiamo occupazione».

“CONSUMI TORNATI AL 1999”

Anche ai commercianti il Natale non ha portato alcuna buona notizia: «Ci stiamo avvicinando a una pressione fiscale che supera il 50 per cento del reddito sia del lavoratore dipendente che dell’impresa – segnala Giovanni Struzzola, direttore di Unione Commercianti -. I consumi sono tornati indietro di tantissimi anni, siamo al livello del 1999. Le tasse devono essere pagate, certo, ma manca del tutto un aggancio effettivo con il fatturato. La situazione sta diventando insopportabile. Ci sono aziende che si indebitano per pagare le tasse. Basta proclami, si devono vedere aiuti concreti al tessuto economico del territorio».

“CONTIAMO FINO A 40 SCADENZE”

La pensa così anche Cristian Lertora di Fipe: «Tra novembre e dicembre contiamo 35-40 scadenze, senza contare tutti i vari anticipi – sottolinea -. La gente è spaventata, teme ulteriori aumenti, i consumi crollano perché le persone non hanno fiducia nel futuro, non sanno cosa succederà. Sono saltate anche le cene aziendali, non si confezionano nemmeno più i piccoli cesti realizzati per Natale. Anche questo incide sui fatturati. La situazione è di forte sfiducia».

“TREDICESIMA IN TASSE”

Per oltre la metà dei cittadini, pari al 51 per cento, la tredicesima (per i fortunati che ancora possono dire di averla, restano fuori tutti i precari) dovrà essere destinata al pagamento di tasse, mutui, rate e bollette, secondo quanto è emerso da un’indagine Coldiretti. «Di fronte a un vero e proprio ingorgo fiscale con il pagamento tra l’altro di Imu e Tasi e Tari – hanno detto gli agricoltori -, la tredicesima è dunque stata sostanzialmente già spesa. Il risultato è che poco più di un italiano su quattro (26 per cento) la userà per lo shopping di Natale che si concentra proprio negli ultimi dieci giorni. Una tendenza significativa è quella di regalare un oggetto che già si possiede e che non si è utilizzato». Malac.

Libertà del 17/12/2014